23 Maggio 2006
Torniamo a fare giornalismo
       
Domenica scorsa (21 maggio) su Rai Tre, c'era il giornalista Michele Serra ospite da Fazio a "chetempochefa". Aldilà di alcune domande-risposte di circostanza, un'affermazione di Serra mi ha colpito (e sarebbe meglio che fosse tenuta presente da molti rappresentanti della categoria):"Per scrivere in tranquillità non bisogna dare eccessiva importanza a ciò che si scrive". E spiega:"Non bisogna pensare che ciò che si scrive su un giornale possa cambiare il mondo".
Come interpretare queste frasi alla luce dell'attività di ogni giorno? Io la vedo così: descrivere le cose come sono, approfondendo le tematiche, esprimendo magari la propria opinione, ma senza aggiungere quella malizia di fondo in assenza della quale a molti pare che l'articolo non suoni bene. A volte scrivere in maniera neutrale, senza eccedere in partigianismi, oltre ad essere più semplice è anche più efficace.
Probabilmente le frasi di Serra si riferivano ad un contesto più limitato: per fare bene il mestiere non bisogna trasformare l'attività giornalistica in una missione. Io ho allargato un po' il concetto. Perchè? Forse perchè sono stufo di leggere titoli roboanti su vicende banali, di ascoltare in televisione toni da "the day after" per una bambino che è caduto dalla bicicletta e vedere genitori che hanno perso un figlio tartassati da domande idiote per il solo scopo di suscitare emozione e lacrime nei telespettatori. Torniamo a fare giornalismo, torniamo a fare vera informazione.
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